«Ricorre oggi
- 22 agosto - la memoria liturgica della Beata Vergine Maria invocata con il
titolo di «Regina». È una festa di istituzione recente, anche se antica ne è l’origine
e la devozione: venne stabilita, infatti, dal venerabile Pio XII, nel
1954, al termine dell’Anno Mariano, fissandone la data al 31 maggio.
In tale
circostanza il Papa ebbe a dire che Maria è Regina più che ogni altra creatura
per la elevazione della sua anima e per l’eccellenza dei doni ricevuti. Ella
non smette di elargire tutti i tesori del suo amore e delle sue premure all’umanità
Ora, dopo
la riforma post-conciliare del calendario liturgico, è stata collocata a otto
giorni dalla solennità dell’Assunzione per sottolineare lo stretto legame tra
la regalità di Maria e la sua glorificazione in anima e corpo accanto al suo
Figlio. Nella Lumen gentium, costituzione sulla Chiesa del Concilio
Vaticano II, leggiamo così: «Maria fu assunta alla gloria celeste e dal Signore
esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al
suo Figlio» (59).
È questa la
radice della festa odierna: Maria è Regina perché associata in modo unico al
suo Figlio, sia nel cammino terreno, sia nella gloria del Cielo.
Il grande
santo della Siria, Efrem il Siro, afferma, circa la regalità di Maria, che
deriva dalla sua maternità: Ella è Madre del Signore, del Re dei re (cfr Is 9,1-6)
e ci indica Gesù quale vita, salvezza e speranza nostra.
Il servo di Dio Paolo
VI ricordava nella sua esortazione apostolica Marialis Cultus:
«Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista
di lui Dio Padre, da tutta l’eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di
doni dello Spirito, a nessun altro concessi» (n. 25).
Ma che cosa
vuol dire Maria Regina? È solo un titolo unito ad altri, la corona, un
ornamento con altri? Che cosa è questa regalità? Come già indicato, è una
conseguenza del suo essere unita al Figlio, del suo essere in Cielo, cioè in
comunione con Dio; Ella partecipa alla responsabilità di Dio per il mondo e all’amore
di Dio per il mondo.
C’è un’idea
volgare, comune, di re o regina: sarebbe una persona con potere, ricchezza. Ma
questo non è il tipo di regalità di Gesù e di Maria. Pensiamo al Signore: la
regalità e l’essere re di Cristo è intessuto di umiltà, di servizio, di amore:
è soprattutto servire, aiutare, amare.
Ricordiamoci che Gesù è stato proclamato
re sulla croce con questa iscrizione scritta da Pilato: «re dei Giudei» (cfr Mc 15,26).
In quel momento sulla croce si mostra che Egli è re; e come è re? soffrendo con
noi, per noi, amando fino in fondo, e così governa e crea verità, amore,
giustizia. O pensiamo anche all’altro momento: nell’Ultima Cena si china a
lavare i piedi dei suoi. Quindi la regalità di Gesù non ha nulla a che vedere
con quella dei potenti della terra. È un re che serve i suoi servitori; così ha
dimostrato in tutta la sua vita.
E lo stesso vale per Maria: è regina nel
servizio a Dio all’umanità, è regina dell’amore che vive il dono di sé a Dio
per entrare nel disegno della salvezza dell’uomo. All’angelo risponde: Eccomi
sono la serva del Signore (cfr Lc 1,38), e nel Magnificat
canta: «Dio ha guardato all’umiltà della sua serva» (cfr Lc 1,48).
Ci aiuta. È regina proprio amandoci, aiutandoci in ogni nostro bisogno; è la
nostra sorella, serva umile.
Maria esercita
questa regalità di servizio e amore vegliando su di noi, suoi figli: i figli
che si rivolgono a Lei nella preghiera, per ringraziarla o per chiedere la sua
materna protezione e il suo celeste aiuto, dopo forse aver smarrito la strada,
oppressi dal dolore o dall'angoscia per le tristi e travagliate vicissitudini
della vita. Nella serenità o nel buio dell’esistenza, noi ci rivolgiamo a Maria
affidandoci alla sua continua intercessione, perché dal Figlio ci possa
ottenere ogni grazia e misericordia necessarie per il nostro pellegrinare lungo
le strade del mondo. A Colui che regge il mondo e ha in mano i destini dell’universo
noi ci rivolgiamo fiduciosi, per mezzo della Vergine Maria.
Ella, da
secoli, è invocata quale celeste Regina dei cieli; otto volte, dopo la
preghiera del santo Rosario, è implorata nelle litanie lauretane come Regina
degli Angeli, dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli, dei Martiri, dei
Confessori, delle Vergini, di tutti i Santi e delle Famiglie. Il ritmo di
queste antiche invocazioni, e preghiere quotidiane come la Salve Regina,
ci aiutano a comprendere che la Vergine Santa, quale Madre nostra accanto al
Figlio Gesù nella gloria del Cielo, è con noi sempre, nello svolgersi
quotidiano della nostra vita.
Il titolo
di regina è quindi titolo di fiducia, di gioia, di amore».
da un testo di papa
Benedetto XVI
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