Il 20 novembre del 1989
l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la «Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention
on the Rigths of the Child), ed è diventata legge della Repubblica italiana
il 27 maggio 1991
Costruita armonizzando
differenti esperienze culturali e giuridiche, la Convenzione enuncia
per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere
riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.
Essa prevede anche un meccanismo
di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato
indipendente un rapporto
periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini sul proprio
territorio.
Fino ad oggi, gli Stati che hanno aderito alla Convenzione
sono 194. E ciò la rende il trattato in materia di
diritti umani con il maggior
numero di ratifiche da parte degli Stati.
La Convenzione è composta da 54 articoli e da tre protocolli opzionali (sui bambini
in guerra, sullo sfruttamento sessuale, sulla procedura per i reclami).
I principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell'infanzia
e dell'adolescenza sono quattro:
§ Non discriminazione (art. 2): i
diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori,
senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del
bambino/adolescente o dei genitori.
§ Superiore interesse (art. 3):
in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni
situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la
priorità.
§ Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo
sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il
massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei
bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.
§ Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere
ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il
corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le
opinioni.
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